Sconfinare oltre i recinti


Proseguiamo il dibattito sulla Riforma del Terzo Settore con Valerio Balzini, segretario generale Confcooperative Liguria, al quale chiediamo intanto un giudizio complessivo.
Dal punto di vista della Cooperazione, vi ritenete soddisfatti? Si poteva fare di più?
Senz’altro si poteva fare di più e spero che i decreti chiariscano alcuni elementi ancora di dubbia interpretazione. In generale, però, ritengo che aver superato la precedente frammentazione normativa, con un unico riferimento legislativo, rappresenti comunque un grande traguardo.
Non c’è però anche nel testo della Riforma una suddivisione eccessiva delle varie famiglie del Terzo settore ?
Premesso che spesso sono state le stesse famiglie del Terzo settore che, difendendo la propria identità, hanno in qualche modo frenato i contenuti più innovativi, va detto, a onor del vero, che lo spirito della Riforma va proprio in direzione di una “logica dello sconfinamento”. Laddove nessuno sta più chiuso nel suo recinto, ma prevale il coinvolgimento dei beneficiari, il perseguimento del bene comune, il modello della rete associativa.
FinaImente l'impresa sociale esce dalla nicchia e diventa protagonista dell'economia civile superando il dualismo profit-non profit?
Occorre andare oltre il dualismo, ormai obsoleto, fra profit e non profit per costruire attività imprenditoriali innovative ispirate alla logica della sharing economy, che vadano oltre la cultura del convenzionamento, per rispondere efficacemente ai bisogni del territorio.
In rapporto all’impresa sociale, quale sarà lo spazio per le cooperative sociali?
Sicuramente non perderanno la loro identità. Del resto l’impresa sociale può intervenire in molti più settori, come i beni confiscati alle mafie, l’immigrazione e le nuove povertà, non previsti dalle legge sulla cooperazione sociale del 1991. Se non ha molto senso che le cooperative sociali non possano occuparsi di tutti i settori, nel futuro è molto prevedibile , se non auspicabile, una convergenza fra cooperative e imprese sociali.
Non è limitativo aver indicato ambiti troppo specifici di intervento per le imprese sociali?
Sarebbe stato meglio che passasse un principio definitorio generale, lasciando, poi, alla creatività dei singoli soggetti la scelta dell’ambito specifico d’intervento.
Riuscirà la cooperazione a cogliere questa occasione di rinsaldare i legami col volontariato, da un lato, e col mondo dell'economia, dall'altro?
Come dicevo prima, la Riforma premia lo sconfinamento, l’orizzontalità, la condivisione. Un’occasione storica anche per la cooperazione che guarda con interesse alla Riforma. A questo proposito, come Alleanza delle Cooperative Liguria, abbiamo promosso venerdì 27 ottobre, alle ore 9,30, presso IS.FOR.COOP, Salita Nuova del Monte 3 c, un seminario su “Il nuovo codice del Terzo Settore e la Legge sull’Impresa Sociale.
Riccardo Grozio
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