
Opinioni sulla Riforma del Terzo Settore

Finalmente la riforma c'è. Ma restano numerosi interrogativi sul che fare ora. E crescono le preoccupazione degli operatori del settore che temono una forte crescita degli adempimenti, che rischiano di sottrarre energie e risorse alle attività. Prima di sentire le opinioni dei referenti istituzionali del Terzo Settore Ligure, partiamo, più dal concreto, sentendo il parere di un noto esperto della materia fiscale, Fabio Naldoni, consulente del Celivo e di numerosi enti non profit.
Quali saranno le principali conseguenze per le Organizzazioni Non Profit in termini di adempimenti burocratici? Sarà complesso l'iter per l’iscrizione al registro?
Sicuramente sarà diverso rispetto all’attuale. Vi sono molti adempimenti che erano già presenti, perlomeno per qualche genere di associazione.
Quello che cambia sicuramente è che saranno adempimenti sanzionati con gli stessi criteri delle Società, in caso di inosservanza. Si arriva ad avere un parallelismo tra Registro delle Imprese e Registro degli Enti del Terzo Settore.
Ci sarà ancora spazio per le piccole realtà? Potranno sopravvivere non avendo le risorse per avvalersi di esperti e consulenti?
Le piccole realtà dovranno mettere in conto di avere un maggior impegno amministrativo rispetto ad un tempo.
Quindi dovranno fare un bilancio tra i vantaggi e gli svantaggi dell’iscrizione al registro e quindi decidere se continuare come semplici associazioni, senza particolari vantaggi fiscali, o diventare enti del terzo settore.
Dal punto di vista fiscale, cosa cambia?
A parte le sviste del periodo di transizione, che hanno ad esempio annullato la “più dai meno versi” in corso d’anno, potrebbero anche esserci ulteriori vantaggi per le associazioni, stante l’entrata in vigore di nuovi regimi forfettari.
Ovviamente dobbiamo aspettare i decreti attuativi per verificare meglio se le intenzioni corrispondono alla applicazione pratica delle regole.
Sicuramente la riforma ha posto l’accento sulla possibilità di autofinanziamento delle organizzazioni tramite l’esercizio di attività anche a pagamento.
Le attività commerciali saranno considerate in modo diverso da prima e avranno comunque una tassazione agevolata
Rimangono le attività marginalmente commerciali, ma sono introdotti anche regimi fiscali forfettari agevolati.
Avendo elevato il tetto di deducibilità per le erogazioni liberali di privati e aziende, è prevedibile un incremento delle donazioni?
La leva fiscale ha sicuramente un effetto positivo sulle donazioni, anche se poi si deve fare riferimento al quadro economico generale.Diciamo che gli strumenti ci sono, vediamo se i donatori sapranno rispondere.
Al momento è prevedibile immaginare come si trasformeranno i CSV?
La materia è in evoluzione. I CSV saranno la casa di tutti i volontari e non solo delle OdV. Per le ricadute organizzative siamo in trasformazione e dovremo aspettare che la situazione sia più chiara.
Infine, non come esperto fiscale, ma come persona da sempre impegnata nel volontariato , come giudica, da un punto di vista più politico, la riforma?
La domanda non è facile, poiché la riforma è abbastanza radicale, per cui bisogna studiarla bene per capire appieno le ricadute.Sicuramente c’è stato un tentativo di riordino notevole, anche se in questo periodo di transizione e di attesa della quarantina di decreti necessari, la situazione è caotica.Al momento attuale non resta che guardare con fiducia e riconoscere il grosso sforzo fatto.
Riccardo Grozio
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